“VIENI E BALLA”: UN INNO ALLA MUSICA PER IL NUOVO VIDEO DELLA BAND VIBONESE AMAKORA’

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“VIENI E BALLA”: UN INNO ALLA MUSICA PER IL NUOVO VIDEO DELLA BAND VIBONESE AMAKORA’

 

Un inno alla forza della musica e della natura contro l’ossessione dell’apparenza e dell’immagine nell’era dei social. “Vieni e Balla” (etichetta Calabria Sona e Italy Sona) è la nuova canzone degli Amakorà, la band vibonese che nel 2021 festeggia il decimo anno di attività nel campo della musica etno-pop. La formazione – composta da Sandro Scidà, Francesco Papillo, Pietro Maida, Lev Kristian Massa, Francesco Soldano e Francesco Caruso – si è consacrata con le esperienze al Kaulonia Tarantella Future, al “Gran Premio Manente” e al MEI di Faenza, rappresentando la Calabria in diverse vetrine nazionali. 

Dopo i primi due album, “Sognu” nel 2013 e “Viva sta vita” nel 2016, e i successi di “Pe tia” e “Tra cielo e mari”, lo scorso anno, in assenza di concerti a causa dell’emergenza covid, la band ha ideato il progetto “Amakora feat.” ospitando nomi del calibro di Mimmo Cavallaro e Armando Quattrone. Quest’estate, invece, si apre con un nuovo singolo e l’esordio ufficiale della nuova voce Francesco Caruso. Ad emergere è la commistione di sonorità, che mette in risalto alcuni tratti tradizionali con altri più moderni.

Il brano “Vieni e Balla” (GUARDA IL VIDEOCLIP), prodotto da Calabria Sona, nasce dalla riflessione sulle “maschere” virtuali che, oscurando la nostra identità, disegnano una vita illusoria lontana dalla realtà. Un mondo di “tanti paruoli chi paranu pagghjia” in cui ci si perde “cuomu a na gugghjia” e ci si abbandona dentro una “reggia”, costruita sull’apparenza e il nulla autentico. La band vuole lanciare un messaggio forte, cantando il bisogno di libertà contro il senso di oppressione, con le note e con le immagini di un suggestivo videoclip girato da Massimo De Masi. Il protagonista vive immerso in un mondo digitale, una gabbia da cui rimangono fuori le sue debolezze e difficoltà. Alla fine, troverà la sua via d’uscita nella musica e nella natura che, a braccia aperte, lo accoglierà lasciando cadere la sua maschera. 

“Insieme – commenta la band – abbiamo studiato il modo migliore e più leggero di trattare argomenti come la felicità apparente e la gabbia del mondo social. Non è stato facile, ma abbiamo colto la sfida e il risultato è stato strabiliante”. 

 

 

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